Lo senti il tocco del nulla, leggermente, sulle labbra. Sentire il niente tra le mani, eppure afferrarlo, con forza, tenerlo stretto a sé. Incolore, insapore. In silenzioso schianto a terra. Nessuno se n'è accorto. Una rosa scivola nella fossa che ho scavato. Perde i petali, volano via, trascinati dal vento. Vanno a posarsi su un velo steso a terra. Invisibili come macchie di sangue ripulite. Qualcuno avrebbe dovuto raccoglierli, invece sono tutti intenti a versare lacrime nella fossa. Urlando e implorando quello stesso cielo che li sovrasta. Credimi, lui non ha colpe. Intanto il ramo di spine giace nel fosso e quei petali sono sempre lì. Nessuno ci fa caso. Io vorrei prorio quelli. Tutti sono distolti dalla loro vera missione. Siamo morti due volte. Non voglio imprecare contro questo gigante che sovrasta le nostre teste.
Voglio raccogliere i petali. Fermare il tempo in quell'attimo: quando i petali hanno preferito il vento piuttosto che la fossa. La loro stessa natura ha permesso la scelta. Sono così leggeri ed ogni minima scossa li distoglie dal baratro. Non si fermano. Hanno imparato ad annullare il prorio peso quando l'attrazione gravitazionale si fa maggiore. Voglio fermare il tempo in quell'attimo per diventare petalo. Non c'è bisogno di contemplare quel ramo spoglio. Volgiamo piuttosto il nostro sguardo su quei petali fuggiti dalla loro sorte.
Così ho raccolto quei petali e li ho portati a casa. Li ho messi in un barattolo ed ogni giorno li prendevo. Era bello sentire il nulla tra le mani. Non potevo immaginare che li avrei uccisi. Credevo che il mio respiro li avrebbe tenuti in vita per sempre, ma avevano bisogno del loro vento, il mio era troppo fioco. Ed eccoli lì ora, secchi e appassiti. Li ho buttati nella fossa.
1 a 0 demone-principe...
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