martedì 22 luglio 2008

Distanze formali

Disorientati perchè violati, comprensivi perchè disorientai e arrabbiati per il medesimo motivo. Apparentemente innocua l'incoscienza giustificata dalla relatività. Come è facile accettare di essere diversi senza pensare di dover arrivare prima o poi allo scontro. I simboli continuano a fare il loro dovere. L'identità è ferma nel movimento degli avvenimenti. La regola è un gioco di convivenza, ma solo tra chi crede nelle stesse immagini. Scegliere per sottrazione è doloroso, ma inevitabile. Il risultato sarà il presupposto della tolleranza non necessaria del resto. Finalmente ci si potrà mostrare, senza prudenza.

 

martedì 15 luglio 2008

Il lamento della notte

Leggero come il tocco della cenere, il mio fiato si posa sui tuoi occhi. Queste mani così ruvide tentano invano di accarezzare il tuo corpo. Ad ogni pausa riesco ad udire distintamente i suoi lamenti.Per questo il silenzio potrebbe spaventarmi. Inerme di fronte a tanta rabbia. Immobile ad ogni suo gesto. Questa notte sarà sua.

mercoledì 9 luglio 2008

La curiosità è un processo non un sistema

A-Diventa padrone di te stesso, non cambiare idea proprio ora.
Z-Ma il padrone è in verità schiavo di se stesso, non percepisce più il nuovo.
A-La realtà è un gioco molto ingegnoso per chi possiede la ricetta di se stessi.
Z-I ricordi potrebbero scomparire.
A-Non farti convincere dal passato, sarebbe meglio scegliere. Conquista campo all'intuizione, la strada migliore da seguire è il cinismo. Prova a essere quello che eri, non ci riuscirai. L'interrogativo paradossale è quale scelta bisogna scegliere.
Z-Forse la risposta è nella domanda?
A-Per quanto tempo un neon può continuare la sua intermittenza prima di spegnersi definitivamente?


domenica 6 luglio 2008

Redenzione o peccato?

Disegna dei cerchi, dipingi in quel mare una goccia di assenzio, respira da un pallone tutta l'aria che puoi e poi raggiungi i miei abissi. L'incertezza non è permessa, scappa se avrai dubbi su quello da fare. Lentamente avviati verso la scogliera e poi lanciati, tuffati in quell'immenso mare che ti si staglia davanti agli occhi. Mistero e follia albergano nelle sue profondità, e non una sola goccia d'acqua bagnerà il tuo volto. L'onda si avvicina e i tuoi arti si ritraggono spontaneamente... non aver paura del mio tocco, non ho intenzione di trascinarti dove la tua gola sarebbe prosciugata e il tuo corpo mimetizzato nella sabbia. I predatori... loro non ci sono, sono vicino a me: vivono con me, dentro di me. Si nutrono di me stessa, sono abbastanza per loro e non cercheranno carne altrove. Voglio solo che la danza della mia essenza trascini il mio corpo via da qui, via dal mare: lasciati trasportare dalle onde. L'alba tarda ad arrivare e tra poco il mio respiro cesserà di esistere. Il mio corpo, prosciugato dal sole, non avrà più pulsazioni e finalmente la mia essenza sarà libera da questa forma di sirena che i miei predatori mi avevano imposto. E finalmente libera, priva di demoni, il mio spirito sarà rigenerato: dall'acqua della prigione, alla terra del breve passaggio, all'aria della redenzione. Ma sarà questa vera salvezza? Le sirene nell'acqua non sono poi come gli uccelli nel cielo?

venerdì 4 luglio 2008

Dall'altra parte del muro...

Un tempo credevo di saper volare. Quando ti trovi di fronte un muro la tua fantasia è portata ad idealizzare quello che potrebbe esserci dietro. Così il mio pensiero si faceva spazio tra mille poesie. Un giorno decisi che era giunto il momento di varcarlo, di distruggerlo. La mia sete di conoscenza era troppa: ma la realtà ha spezzato le mie esili ali. Cos'ho visto?..il mondo che si celava dietro al muro altro non era se non quello che già avevo visto. Nessun sogno vi era nascosto, nessuna illusione realizzata. A volte il velo della parvenza non va alzato. La parvenza è il nostro muro idealizzato che ci permette di immaginare, di anelare ad un regno immortale. Ed ecco, ora, che senza muri il mondo mi appare per quello che è sempre stato. Troppo tardi ho capito che forse avrebbero potuto salvarmi. La mia poesia avrebbe continuato ad acquisire quella melodia malinconica, di chi, stanco di questo mondo, cerca di sollevarsi al di là dei comuni mortali. Cerca nuovi sapori, nuovi misteri, perché non vive bene in quello che ha sempre visto. L'illusione era la sua sola consolazione.
Ma da questa nuova prospettiva il mondo gli è apparso lo stesso... ed eccomi qui, ora, tra la sfera dei disillusi, dei mangiatori di fuoco, dei lanciatori di coltelli, degli assetati di sangue, dei divoratori di storie, degli infedeli, dei sarcastici, dei sonnambuli, degli anonimi, dei "date un senso alla mia vita", di coloro che cercano un posto all'ombra, che urlano nell'acqua, che affogano nell'acido e che amano l'odore della benzina. Di quelli che cercano un rifugio, che odiano la terra, ma che prima di affondare vogliono conservarne un po' tra le mani. Di quelli che ogni giorno è uguale all'altro, e che aspettano la notte per trasformarsi in lupi. Quelli che cercano funghi nel mese di agosto, e acqua nel deserto.
Una densa nebbia avvolge la mia testa. Ricordo un pomeriggio di silenzi, che ora come rumore esplode nella mia testa. Ricordo un corridoio quasi informe, che ora non riesce più a condurmi da nessuna parte. Non trovo spiegazioni e non voglio parole. Nemmeno la notte riesce più a darmi pace. Ogni minuto trascorso porta con sé quest'implacabile senso di mancata appartenenza. Ogni respiro è soffocato. E intanto un impalpabile senso di pienezza riempie il mio corpo. Si fa spazio tra tutti gli altri spiritelli. E' sempre lui, il mio demone lussurioso, che stavolta mi propone una soluzione...
Una cura ai miei mali, alle mie pene, per non mortificare ciò che riesce a darmi...
Ho creduto di poter volare, in realtà il mio posto è un altro...per questo non ci sono mai riuscita. E sola m'inabisserò per acque sconosciute. Riuscirò ad affogare, ad urlare e ad illudermi che nonostante tutto nessuno era stato in grado di ascoltarmi, e che se il mondo fa schifo, i veri malati sono coloro che vi si adattano...e non fanno niente per cambiarlo: in pratica anch'io.
Potrei venirne fuori salva oppure non fare più ritorno: ora non posso più tornare indietro.

mercoledì 2 luglio 2008

Diffidate delle cose già fatte

La realtà è verità solo se è condivisa tra più individui. Come il nascere è un parto del possibile così il morire è un aborto del reale. Tutto può essere realtà, basta osservare le possibilità che col passare del tempo emergono dall'indicibile luogo del virtuale. Osservare tutto ciò può aiutare a creare una storia, ma non la Storia. Strano gioco di possibilità o questione di economia, poco importa, le cose sono andate sistemate in un modo e non in un altro. Siate accorti a non restare soli, potreste dar vita a una sola realtà, a un assolutismo.
Cercate di non essere o siate solo quello che la storia vi dice di essere. Ingranaggi di macchine narrative. Oltre questa forza c'è solo il delirio di onnipotenza.