Le mestruazioni non le aveva, ti avevo detto il contrario perchè non volevo confessare di essere caduto nuovamente nell'dea dell'innocenza.
Ora lo sai e sai pure che il suo sangue mi ha stregato, si è mischiato al mio e scorre nelle mie vene potenziando il mio battito cardiaco. Quello stesso sangue che ho lasciato sul mio ventre per tre giorni, una specie di rituale, un tatuaggio che mi restituisse la sacralità di quel momento. Anche se, a ripensarci, di sacro c'era ben poco, quantomeno nel luogo. Uno squallido divano in un inutile stanzone. Un delirio architettonico dei miei genitori, un luogo che doveva essere un mini appartamento per i miei nonni materni, ma che le vicissitudini hanno fatto diventare uno sgabuzzino. C'era di tutto in quel posto, dai fichi secchi di zia Iolanda alle scarpe e palloni da calcetto di mio fratello, un piccolo frigorifero vuoto senza corrente lasciato nel centro della stanza con la porta aperta per poterlo fare arieggiare, materassi e reti ortopediche accantonate ovunque, una lettiera per gatti, cartoni pieni di libri del liceo, trofei di tornei di tressette, due panche di olmo con tavolino annesso costruiti da mio padre nel suo periodo bricoleur da cassa integrazione. Insomma, la stanza emblema della mia famiglia, dove le cose più diverse possono restare accostate senza un senso e dove questa giustapposizione di oggetti utili e inutili non spaventa nessuno, ma al contraio diventano il simbolo di una filosofia di vita volta all'abbandono e all'attesa. A pensarci meglio, tutto questo bordello potrebbe essere il riflesso della depressione mascherata di mia madre, ma questo lo racconterò in seguito. Amico mio, questo è solo l'inizio, ti ho detto molte bugie e dietro queste bugie ci sono segreti che custodiscono altre bugie, ma apri bene le orecchie e ascolta quello che ora ti dirò. I segreti vanno ben custoditi, specialmente se sono offerti da un bugiardo cronico. Da questo momento in poi, che tu abbia accettato in modo volontario o meno di perpetuare questo segreto e quelli che ti svelerò, sarai anche tu un bugiardo. Non rompere il patto di silenzio, avresti bisogno di una buona strategia e di una forte architettura logica per far sembrare vero ciò che io da una vita abilmente nascondo. In questo campo sono io il maestro, potrei far cambiare il riflesso della tua immagine, perciò limitati ad ascoltare. Dopo la mia morte, se ne avrai voglia, racconta tutto ciò che è stato e non è apparso, ciò che non è mai avvenuto ed è stato creduto e ciò che sarebbe potuto essere e non è stato.
Ora lo sai e sai pure che il suo sangue mi ha stregato, si è mischiato al mio e scorre nelle mie vene potenziando il mio battito cardiaco. Quello stesso sangue che ho lasciato sul mio ventre per tre giorni, una specie di rituale, un tatuaggio che mi restituisse la sacralità di quel momento. Anche se, a ripensarci, di sacro c'era ben poco, quantomeno nel luogo. Uno squallido divano in un inutile stanzone. Un delirio architettonico dei miei genitori, un luogo che doveva essere un mini appartamento per i miei nonni materni, ma che le vicissitudini hanno fatto diventare uno sgabuzzino. C'era di tutto in quel posto, dai fichi secchi di zia Iolanda alle scarpe e palloni da calcetto di mio fratello, un piccolo frigorifero vuoto senza corrente lasciato nel centro della stanza con la porta aperta per poterlo fare arieggiare, materassi e reti ortopediche accantonate ovunque, una lettiera per gatti, cartoni pieni di libri del liceo, trofei di tornei di tressette, due panche di olmo con tavolino annesso costruiti da mio padre nel suo periodo bricoleur da cassa integrazione. Insomma, la stanza emblema della mia famiglia, dove le cose più diverse possono restare accostate senza un senso e dove questa giustapposizione di oggetti utili e inutili non spaventa nessuno, ma al contraio diventano il simbolo di una filosofia di vita volta all'abbandono e all'attesa. A pensarci meglio, tutto questo bordello potrebbe essere il riflesso della depressione mascherata di mia madre, ma questo lo racconterò in seguito. Amico mio, questo è solo l'inizio, ti ho detto molte bugie e dietro queste bugie ci sono segreti che custodiscono altre bugie, ma apri bene le orecchie e ascolta quello che ora ti dirò. I segreti vanno ben custoditi, specialmente se sono offerti da un bugiardo cronico. Da questo momento in poi, che tu abbia accettato in modo volontario o meno di perpetuare questo segreto e quelli che ti svelerò, sarai anche tu un bugiardo. Non rompere il patto di silenzio, avresti bisogno di una buona strategia e di una forte architettura logica per far sembrare vero ciò che io da una vita abilmente nascondo. In questo campo sono io il maestro, potrei far cambiare il riflesso della tua immagine, perciò limitati ad ascoltare. Dopo la mia morte, se ne avrai voglia, racconta tutto ciò che è stato e non è apparso, ciò che non è mai avvenuto ed è stato creduto e ciò che sarebbe potuto essere e non è stato.
Casalbore 3 gennaio 2009
Contributo visivo: "La Calunnia" di Sandro Botticelli, 1496
-VAGABONDI- Confessioni di un mentitore
RispondiEliminaProva a fare lo stesso giro per una notte intera, avrai un punto di riferimento fisso. Sarà una puttana dagli occhi ingialltiti seduta su una fioriera intenta a guardarsi i piedi. Non chiederti a cosa pensa, sta solo fissando i suoi piedi. Se non ci credi prova ad interpretare la parte dell'emarginato, ma per farlo devi mollare tutTo. Non ti interessa? Allora non capirai mai chi fissa il vuoto.
Fidati, la sua diffidenza nei tuoi confronti è più alta di quella che tu potresti avere nei suoi confronti.
In tre giorni avrò dormito sette ore. Sono stanchissimo. Non so più nemmeno io perchè lo sto facendo, oramai è rimasta solo l'insistenza della solita paura del fallimento. I piedi sono bagnati, la maglietta è bagnata, il cappello pure e altrettanto i pantaloncini. Quando si hanno dei pensieri legati alla sopravvivenza e alla prima necessità, il resto diventa superfluo, anzi è odioso, irritante. E' in questo modo che si crea la differenza. Con la distanza dal giudizio altrui, con la presenza a se stessi e solo a se stessi, senza modelli. Il giudizio altrui può creare, ma anche distruggere. L'indifferenza verso il giudizio altrui potrebbe creare un punto zero, fisso e cangiante, ma nella maggior parte dei casi annulla. Per raggiungere questo luogo fisicamente inconcepibile c'è bisogno di non appartenere.
La solitudine parte dal silenzio e prosegue nella menzogna, è questo il dramma omeopatico della mia esistenza. Cercare di guarire da una malattia iniettando continue dosi dello steeso virus che ha generato quella malattia. Mentire per raggiungere la verità non c'è altra soluzione.