venerdì 20 luglio 2012

I always saw better when my eyes were closed.

Quando sono troppo felice ho paura.
Come in quei film in cui il protagonista sa che qualcosa nella sua vita sta cambiando, riesce a sentirlo, lo avvolge...e nel pieno della sua ebbrezza, a metà film, muore. E poi lì, tutti gli amici, a compiangerlo, a dire quanto era magnifico e a quanti ora mancherà.
La mia felicità mi ricorda proprio la piena consapevolezza che le persone hanno della loro vita e quell'attimo in cui tutto ci appare chiaro e distinto, che precede la fine dei nostri giorni.
La mia felicità è pienezza, e il Pieno mi fa paura. Mi fa credere che in fondo così tutto va bene, è tutto parte di me, io mi sento parte del tutto...e così sarà per sempre.
Anche il Per Sempre mi spaventa. Mi spaventa l'eternità, il pensiero che niente cambierà. Il credere che il tempo si sia fermato in una dimensione parallela e che tutti i ricordi siano istantanee, ed io, da sola, cerco di farmi spazio tra le immagini di un passato che ancora fatico a mettere da parte, ad allontanarle completamente da me.
Mi fa paura il pensiero che un giorno potrei non avere più ricordi e non distinguere più i volti delle persone, mi spaventa il pensiero che un giorno potrei dimenticare completamente il mio passato, la mia vita.
Mi spaventano gli schemi, la catalogazione. Le forme fisse di pensiero che non cambiano mai: tutti ne hanno, chi più...chi più. Quando davanti a me vedo solo una massa di occhi ciechi ed orecchie sorde.
La felicità mi spaventa...mi spaventa perché mi sento completa. E questo mi rende immobile di fronte allo splendido ritratto del mondo. Mi asciuga la bocca e mi fa battere il cuore. Ma di questa felicità, in fondo, ci morirei...anche qualche volta in più.

Contributo visivo:  "Explorer pointing the way", Brett Masters,1991

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