mercoledì 21 maggio 2008

Assenzio q.b.


"E quanto più tenta di innalzarsi alla luce, tanto più si sente ancorato alla terra, verso le tenebre, verso il male. Il suo amore per la vita, lo spinge verso il basso, alla ricerca di un trampolino di lancio" (Friedrick Nietzsche, Così parlò Zarathustra). Effimera illusione: non troverà mai la soluzione. Stando sulla terra finisce col perdere la capacità di nuotare, arrivando ad odiare l'acqua. Crogiolandosi così nei suoi dolori, perderà la voglia di cercare la luce, la detesterà. Ma solo avendo anelato ad essa, anzi desiderandola ancora più ardentemente, è finito con l'abituarsi a considerarlo solo l'aspetto più oscuro.
Solo chi anela alla vita e alla luce, deve passare, cadere, abbandonarsi al baratro della desolazione terrena, alle sue lande e ai suoi burroni. Per questo chi ama di più vivere, nella sospensione dello spirito si sente affogare. Colui che odia l'acqua, si sente affogare perché persuaso dalla sua potenza.

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