martedì 20 maggio 2008

La poesia inespressa


Siamo lucciole nelle tenebre alla perenne ricerca del paradiso perduto. Forse è proprio questo desiderio insaziabile di dare un significato più profondo alla nostra esistenza, che ci spinge a cercare arti più "interiori". Ma se, come diceva Nietzsche, "l'arte è la giustificazione estetica dell'esistenza", la poesia può essere considerata arte? Forse Nietzsche era mosso, almeno inizialmente, dalla necessità di dare un senso alla vita cercandolo nell'aspetto più superficiale dell'esistenza umana. Il nostro palato vuole essere soddisfatto da gusti nuovi, da cibi inconsueti e soltanto dando sfogo alle nostre necessità primarie ormai sopite, potremo salvarci. Gli occhi dovrebbero squarciare la pellicola che l'apparenza ha tentato di propugnarci spacciandola per realtà. Ma il sole ci ha abbagliati con i suoi raggi e nel momento in cui abbiamo chiuso gli occhi per proteggerci dalla sua luce accecante, come una guaina, una seconda pelle, la fugace pseudo-realtà ci ha soffocati. Questa è la funzione del mondo in cui viviamo. Siamo persi in quest'universo così brillante, ma anche così futile. Nonostante la nostra consapevolezza, è un'impresa ardua distogliere lo sguardo da esso. Riesce a sedurci con la sua musica cadenzata. Ed ora come statue di cera siamo sciolti da ciò che prima era la nostra primaria fonte di sostentamento. Per questo motivo, nella nostra società, dove abbiamo tante cose in vetrina, ma poche in magazzino, è difficile riuscire ancora a scorgere qualche balenìo di profondità. Ciò non implica il fatto che la poesia sia scomparsa dalla nostra quotidianità. Soltanto, si è adeguata alle nostre esigenze. La troviamo nelle canzoni, nei blog su Internet, in tutti coloro che riescono a chiudere gli occhi prima di essere assuefatti da questo mondo così attraente. "Certo oggi la poesia è diventata impopolare, ma se tutto ciò che può essere ritenuto popolare è quello che rispecchia i valori di denaro e tecnica allora è meglio che la poesia non sia popolare" (G.Conte).
Nel passato gli uomini erano mossi da grandi ideali, riuscivano a lanciarsi allo sbaraglio di conquiste obsolete, con indosso una sola tunica. La meta più ambita, il forziere, lo spauracchio della magia, tutto contribuiva ad alimentare la loro sete di avventura. Per questo motivo le loro grandi idee, emozioni, cause dovevano essere espresse e comunicate agli altri uomini, mossi da valori comuni. Oggi si parla di "società della comunicazione". Ma basterebbe ampliare l'orizzonte col nostro sguardo per rendersi conto che non è così. Gesti eclatanti, adrenalina, sensazioni forti. Si può davvero affermare che questa sia l'era della comunicazione? Quando manca la parola, emerge il gesto come elemento di comunicazione. Sembrerebbe prorio che questo sia il tempo delle azioni che riescono ad appagarci almeno temporaneamente.
La poesia è indiretta, è cambiata nella forma, ma non nella valenza. Le parole traspaiono dalle opere d'arte, da un tono di colore, da un profumo ermai dimenticato. La poesia affonda le sue radici in tutte le sensazioni e pulsazioni dell'anima. La poesia si avvera solo nella mente di ogni singolo, il resto, come la popolarità, appartiene alla sfera delle conseguenze e può esserci o non esserci. E' fondamentale avere negli anni un progressivo mutamento. I costumi e le usanze, come i pensieri e le idee, se rimangono ancorati a vecchie tradizioni, senza adeguarsi al cambiamento della società, sono destinati ad appassire. Per questo motivo la poesia ha dovuto modificare la sua forma, senza scomparire. "Se morisse la poesia, si atrofizzerebbero e si impoverirebbero mortalmente anche il linguaggioe il pensiero"(G.Conte).
Oggi tutto quello di cui abbiamo bisogno si trova contrassegnato sulle insegne che illuminano la città. Diventa così più difficile scorgere la fioca luce della candela, come la poesia. "L'essenziale è invisibile agli occhi", non s'illumina ad intermittenza su un'insegna. Non riesco a creder che la poesia sia scomparsa. "E' una sorta di lingotto in un caveau svizzero, approssimativo nella memoria, ma emotivamente indistruttibile. Ognuno lo mantiene per sé, con la sua segreta chiave. Rappresenta un mondo di suggestioni enigmatiche, evocabile in qualsiasi momento della nostra quotidianità. Per questo la poesia non solo è ancora presente, ma fondamentale, in quanto rappresenta uno spiraglio aperto, se pur momentaneo su un mondo parallelo, lontani dalle prerogative del nostro tempo".
A tal fine è fondamentale prestare attenzione alla nostra voce interiore poichè la vera poesia, quella inespressa, si trova dentro di noi e traspare attraverso le sensazioni più svariate.

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