lunedì 26 maggio 2008

Frammento ai posteri


Una penna ha vomitato i suoi pensieri. Sono dispiaciuta ma non posso fare a meno di riportare quanto genio ho trovato nei suoi scritti. Sembrerebbe la conoscenza di una vita. Quante distorsioni comuni! Quante affinità elettive. Perdonatemi se vi propongo una sorta di "minestra riscaldata",come potrebbero definirla alcuni. Ma la nostra missione è anche quella di tramandare ai posteri piaceri occulti.
Il testo è interamente tratto da "I paradisi artificiali" di Charles Baudelaire.
Non volgete lo sguardo altrove.
"Hoffman aveva preparato un singolare barometro psicologico che gli serviva per rappresentare le diverse temperature e i fenomeni atmosferici della sua anima. Vi si trovano divisioni quali: Spirito leggermente ironico mitigato di indulgenza; SPIRITO PROPENSO ALLA SOLITUDINE CON PROFONDO AUTOCOMPIACIMENTO; allegria musicale, euforia musicale, tempesta musicale, gaiezza sarcastica insopportabile a me stesso, aspirazione ad uscire dal mio "io", eccessiva obiettività, fusione del mio essere con la natura. Va da sé che le suddivisioni del barometro morale di Hoffman erano fissate secondo il loro ordine di generazione, come nei comuni barometri. Mi sembra che esista tra questo barometro psichico e la spiegazione delle qualità musicali dei vini una evidente fratellanza. (...)
Oh gioie profonde del vino, chi non vi ha conosciute? Chiunque abbia avuto un rimorso da placare, un ricordo da evocare, un dolore da annegare, o abbia fatto castelli in aria, tutti hanno finito per invocarti, o dio misterioso celato nelle fibre della via. Quanto sono grandiosi gli spettacoli del vino, illuminati dal sole interiore! Quanto vera e ardente quella seconda giovinezza che l'uomo attinge da lui! Ma quanto temibili anche sono le sue folgoranti voluttà e i suoi snervanti incantesimi. E tuttavia dite, in coscienza, voi giudici, legislatori, uomini di mondo, tutti voi che la felicità rende amabili e ai quali la fortuna rende facili la virtù e la buona salute, dite, chi di voi avrà il coraggio disumano di condannare L'UOMO CHE BEVE GENIALITA'. (...)
Il vino, d'altro canto, non è sempre quel terribile lottatore sicuro della propria vittoria, che ha giurato di non avere né pietà né misericordia. Il vino assomiglia all'uomo: non saprà mai fino a qual punto lo si possa stimare o disprezzare, amare o odiare, né di quali azioni sublimi o di quali mostruosi misfatti sia capace. (...)
Scenderò in fondo al tuo petto, come un'ambrosia vegetale. Sarò il GRANO CHE FECONDA IL SOLCO SCAVATO CON DOLORE. La nostra intima unione creerà la poesia. Noi due, insieme, saremo un dio, e volteggeremo verso l'infinito, come gli uccelli, le farfalle, i fili di ragno, i profumi e tutte le cose alate. (...)
Come i buoni re, esso regna grazie ai suoi servigi, e canta le proprie imprese attraverso le gole dei propri sudditi.
Molti certamente mi troveranno troppo indulgente. "Voi giustificate l'ubriachezza, idealizzate la crapula". Confesso che dinanzi ai benefici non ho il coraggio di conteggiare le colpe. D'altro canto ho già detto che il vino può essere assimilato all'uomo, e ho ammesso che i loro delitti erano pari alle virtù".
Anche il vino, come i miei petali, si trova chiuso nei suoi vetri.

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