mercoledì 21 maggio 2008

Il sottile confine tra schiavo e padrone


Brucia. I suoi artigli penetrano nel mio corpo. Ben distintamente sento che sta risalendo dentro di me. E un urlo straziante si leva dalla sua gola. Chi sei? demone così lodato. Perché urli?. Hai bisogno d'aria anche tu. La nostra simbiosi è perfetta. Il tuo urlo è melodia alle mie orecchie e il tuo spirito ansante mi pervade. Celestiale perversione di uno spirito spasmodico, ecco che i tuoi artigli stanno lacerando le mie vene e il mio corpo, invano. Tenta la ribellione: al mio spirito non può essere negata la tua presenza.
Invano la razionalità volge il suo sguardo assassino verso di te, demone-principe, tu mi sei complementare.
Sputerò sangue, ma ti chiederò ancora di farlo. Allontanati quando la ragione-meretrice si avvicinerà a sedurti. Rifugiati negli antri più bui, lì dove il mio respiro si fa più pesante e più vicino a te.
La ragione avulsa dal sentimento è Male. E io non posso, non posso. Scaverò sotto i polmoni per salvarti dal desiderio di evadere dal mio corpo quando sarà ormai diventato dominio della ragione.

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