Erano due ore che aspettavamo succedesse qualcosa. L'apatia e il mutismo del nostro neo amico newyorkese erano contagiose. In compenso i culi delle ballerine tobagonians erano causa di piacevoli sussulti al mio bassoventre. C'era una grande parata, la West indian carnival parade, che dalle prime luci dell'alba girava in tondo per alcune aree del quartiere di Brooklyn. Personaggi seminudi piumati che simulavano atti sessuali e stregoni vudù, tutto al ritmo di musica reggae e drum and bass. Tra loro e le macchine fotografiche dei curiosi c'erano cordoni di poliziotti vestiti di blù. L'atmosfera, devo dirlo, era altamente finta, la gioia pesantemente controllata e tenuta sotto il livello dell'intemperanza. Una massa festiva con sovrabbondanza di maschi per le femmine, sovrabbondanza di femmine per i maschi e sovrabbondanza di guardie per tutti.
Cercavo di divertirmi, ma mi convincevo sempre più che una festa militarizzata e piena di gente passiva che scatta foto non potrà mai essere una festa.
-Se decontestualizzi queste foto, la gente che le vedrà non potrà fare altro che restarne affascinato. Lo so, la parata è monotona, ma guarda che tipi strani, basterà aggiungere qualche didascalia simpatica e il gioco è fatto-.
Queste parole di Silvia erano un pezzo di verità, la stessa verità che c'è dietro all'atto di mostrare un profilattico a un ignaro bambino e dirgli che serve per curare le vesciche dei piedi, lui non potrà fare altro che crederti e rimanere affascinato da un tale prodigio.
Decontestualizzare per affascinare. Prendere una realtà più o meno consolidata, pulirla delle sfumature monotone o spiacevoli e riproporla in un luogo lontano. Non importa che il luogo sia fisico o concettuale l'importante è che la nuova realtà sia percepita come tale.
Mentre pensavo queste cose, cercando di evitare lo sguardo apatico di Brian, Silvia si era lanciata con la sua macchina fotografica in mezzo a tutti gli altri osservatori passivi. In quello stesso momento il mio pensiero deviò su un discorso alcolico che Carlo mi aveva fatto qualche settimana prima in un circolo per soli italoamericani pieno di vecchi ubriaconi che guardavano film porno: -caro Mario, è un'illusione, l'America è tutta un'illusione, pensi di comprare qualcosa per 10$ e invece di costerà 15$, leggi su un giornale l'elogio a una compagnia che ha versato le sue tasse a un fondo sociale e pensi, cazzo questa è una compagnia seria, ma se hai la fortuna di poter combinare più informazioni, ti potrai accorgere che era semplicemente una tattica, una sporca tattica per poter avere sgravi fiscali e trasformare quest'azione in un atto di solidarietà sociale-.
Contributo visivo: "Elegant warfare n.2" di Antonio Riello
Cercavo di divertirmi, ma mi convincevo sempre più che una festa militarizzata e piena di gente passiva che scatta foto non potrà mai essere una festa.
-Se decontestualizzi queste foto, la gente che le vedrà non potrà fare altro che restarne affascinato. Lo so, la parata è monotona, ma guarda che tipi strani, basterà aggiungere qualche didascalia simpatica e il gioco è fatto-.
Queste parole di Silvia erano un pezzo di verità, la stessa verità che c'è dietro all'atto di mostrare un profilattico a un ignaro bambino e dirgli che serve per curare le vesciche dei piedi, lui non potrà fare altro che crederti e rimanere affascinato da un tale prodigio.
Decontestualizzare per affascinare. Prendere una realtà più o meno consolidata, pulirla delle sfumature monotone o spiacevoli e riproporla in un luogo lontano. Non importa che il luogo sia fisico o concettuale l'importante è che la nuova realtà sia percepita come tale.
Mentre pensavo queste cose, cercando di evitare lo sguardo apatico di Brian, Silvia si era lanciata con la sua macchina fotografica in mezzo a tutti gli altri osservatori passivi. In quello stesso momento il mio pensiero deviò su un discorso alcolico che Carlo mi aveva fatto qualche settimana prima in un circolo per soli italoamericani pieno di vecchi ubriaconi che guardavano film porno: -caro Mario, è un'illusione, l'America è tutta un'illusione, pensi di comprare qualcosa per 10$ e invece di costerà 15$, leggi su un giornale l'elogio a una compagnia che ha versato le sue tasse a un fondo sociale e pensi, cazzo questa è una compagnia seria, ma se hai la fortuna di poter combinare più informazioni, ti potrai accorgere che era semplicemente una tattica, una sporca tattica per poter avere sgravi fiscali e trasformare quest'azione in un atto di solidarietà sociale-.
Contributo visivo: "Elegant warfare n.2" di Antonio Riello