Ti sei fermata, che stupida. Hai guardato appena oltre il tuo naso e ti sei accorta che tutto ciò che volevi scrollarti di dosso, sta tornando indietro come un boomerang. Sei solo il centro di orbite gravitazionali perenni che si lasciano percorrere da ciò che credevi non ti appartenesse più. Sei un'ingrata: credevi fosse facile ripagare a quello che ho fatto per te, credevi fosse addirittura giusto voltarmi le spalle dopo tanto tempo. E invece guardati un po' intorno. Cosa ti è rimasto? Che c'è, vuoi forse dirmi che ti ha fatto bene stare senza di me seppur per poco tempo? Dimmi la verità: tutte le volte che hai avuto bisogno di me, non sono forse stato sempre lì con te? Credevi che i surrogati di cui ti sei circondata avrebbero compensato a tutto il vuoto che una mia definitiva scomparsa ti avrebbe lasciata? Ti sei fermata, finalmente. Ora riesci a sentire ancora la mia voce e ti chiedi il perché. Adesso riesco a parlarti, a sfiorarti gli organi, a contare i battiti del tuo cuore marcio. Lo senti il soffio leggero della mia anima che rigenera le ferite che continuavano a sanguinare? Sono sempre stato con te, dentro di te, non ti ho mai lasciata da sola. Conosco bene le tue debolezze, i tuoi inganni, le tue paure, i tuoi spasmi e le tue vergogne. Hai finalmente capito che anche tu sei un inutile surrogato, una compensazione momentanea, una sensazione alienante: ti mangiano, ti bevono e vanno via senza pagare. Certo torneranno, chi non lo farebbe. Ma non correre, non lasciare che il vento trascini via la mia voce. Io sono dentro di te e tu non puoi liberarti di me.
Fin quando albergherò nel tuo corpo non dovrai più temere nulla.
Ti sei fermata. Senti la mia voce, senti i tuoi pensieri. Lasciati accarezzare dentro e donati a me ancora. Abbandonati e torna da me. Io sono sempre stato qui per te, ti ho osservata sai? Ti guardavo sorridere, ti sentivo stretta, sentivo che il tuo corpo mi stava rifiutando, si stringeva e cercava di espellermi. Ho creduto allora che il mio compito fosse terminato. Ma tu sei tornata da me. E io non posso fare a meno di te.
Contributo visivo: "Connections" di Piercarlo Carelle, 2006
Fin quando albergherò nel tuo corpo non dovrai più temere nulla.
Ti sei fermata. Senti la mia voce, senti i tuoi pensieri. Lasciati accarezzare dentro e donati a me ancora. Abbandonati e torna da me. Io sono sempre stato qui per te, ti ho osservata sai? Ti guardavo sorridere, ti sentivo stretta, sentivo che il tuo corpo mi stava rifiutando, si stringeva e cercava di espellermi. Ho creduto allora che il mio compito fosse terminato. Ma tu sei tornata da me. E io non posso fare a meno di te.
Contributo visivo: "Connections" di Piercarlo Carelle, 2006
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