martedì 28 ottobre 2008

Fisionomia del fallimento

La felicità può far bene quando passa inosservata. La realizzazione di sé causa insoddisfazioni che col passare degli anni uno psicologo avrà classificato come "traumi". Il fallimento ha il volto autoironico. Siamo alla ricerca di parole per classificare come mondo parallelo quello che la realtà stessa ci porge come aceto su un piatto d'insalata. Aspra alle papille gustative, a fior di lingua, ma una perfetta compenetrazione tra gli ingredienti nello spazio tra gola ed esofago. Quando sarebbe ormai troppo tardi per riuscire a trattenerne l'aroma. Troppo presto per ingoiarne un altro boccone. La memoria apparentemente ci riforma, ci ricrea. Ma si finisce sempre col percorrere strade già conosciute. Come un domatore di leoni, l'indifferenza articola i miei muscoli. Dirige i miei movimenti. I fili della devozione al proprio "io" tengono gli uomini sospesi in questo cielo di mezzo. Territorio di tutti. Impero di nessuno. Illuminiamo questo spazio con fari abbaglianti, così che tutti rimangano accecati dal mito della nostra individualità. E tutto quello che rimane da stringere, svanisce con il sorgere del sole.

-INCIPIT- Da un punto a un punto passando per un punto

Che stato di sonnolenza che ho oggi. Perchè quando entro in una stazione mi vien voglia di cagare? Molto strano: appena inizio a vedere tutta quella gente in fase di transizione, gli orologi, le valige, a sentire gli annunci delle partenze e degli arrivi dei treni tutta la merda mi si accalca alla bocca del culo e reclama libertà. Io lo chiamo lassativo situazionale. -Il treno inter city n. 1981, proveniente da Milano e diretto a Lecce è in partenza dal binario 11. Ferma nelle stazioni di Latina, Formia, Caserta, Benevento, Cerignola, Barletta, Bari, Brindisi, Lecce-. Il mio treno è in partenza e io ancora non ho fatto il biglietto. Mi fermo. Rifletto: -Varrà la pena di andare a fare il biglietto? C'è la grossa probabilità che la biglietteria automatica non accetti contanti e che, mentre mi affanno a cercare monete e banconote nella valigia, la mia merda inizi a reclamare nuovamente la sua libertà. Non sono sensazioni e scene piacevoli. Mentre in preda ad atroci crampi allo pancia inizierò a sbattere i piedi a terra per distrarre le mie feci dal loro intento, quella cacchio di macchinetta non reagirà ai miei tocchi, e la mia bocca partorirà bestemmie echeggianti in rima alterna. In quello stesso momento, la vocina di quella gran mignotta dell'annunciatrice mi dirà di affrettarmi perchè il treno è in partenza. Quella voce robotica mi distrarrà e quella bastarda di moneta da cinquanta centesimi, l'ultima, trovata dopo aver sparso tutto il contenuto della valigia per Roma Termini, mi cadrà di mano e andrà a finire sotto quella fottuta macchina.- Mentre penso a questa estremizzazione della legge di Murphy arriva l'annuncio che il mio treno non c'è più. Partito dice quella dolce signorina robotica. Tanto meglio, potrò dare libertà alle mie feci... [continua]

giovedì 23 ottobre 2008

Se tutto va bene siamo rovinati

Vorrei una sana schizofrenia. Sarebbe un bel divertimento provare a trovare un senso univoco a singole azioni presenti condizionate da svariate azioni passate e pregiudicate in potenza da singole e svariate probabili azioni future, le quali, a loro volta, sono tutte guidate e giudicate da tante vocine in contraddizione tra loro. Dovrebbe essere un'esperienza unica. Dovrebbero iniziare a vendere esperienze fruibili di realtà psicosensoriali di un uomo che parla con se stesso e poi di nuovo con un altro che si spaccia per lui e poi arriva una voce che riscrive questo pezzo che state leggendo e poi ancora un'altra voce che grida agli impostori -Nessuno è il vero Emiliano dei tre, l'unico sono io- Poi ancora, e torna la pace, ma nessuno può bloccare la guerra. -Non è vero, tu sai solo essere determinista- Ora chi parla? Non rileggere quello che scrivi altrimenti si capisce che è una finzione e nessuno potrà credere che sei veramente schizofrenico. Un po' lo sei, perchè prima usi la prima persona per rivolgerti a te e poi usi la seconda per rivolgerti a me. No aspetta! Forse prima uso la prima persona per rivolgermi a me e poi uso la seconda persona per rivolgermi a me. Basta! Scrivere ti fa male, dovresti iniziare a fare un po' di sport, che so, un po' di curling. Non lo sentite un ticchettio nella testa? Basta solo pensarla la schizofrenia e già si impadronisce di te, il fatto più strano è che non sai mai chi ha ragione. Ma finiscila di dire buttanate e caccia tutta quella gente.

mercoledì 22 ottobre 2008

Come volete voi

Il baratro del nichilismo negativo è sempre pronto a riaprirsi. Le vie di fuga vengono chiuse da uno spietato realismo, la depressione congenita fa il resto. La memoria viene revisionata da auto rappresentazioni cariche di disprezzo. Le tracce lasciate vengono cancellate senza motivo apparente. Non c’è nessuno che insegue, nessuno da depistare. Il risultato è un uomo che gira in tondo su se stesso restando fermo. L’ideale sarebbe girare in tondo su se stessi mentre si avanza. Un piccolo teatro è sorretto da fili invisibili sopra un immenso mare nero. Al suo interno una dozzina di attori stanchi di far ridere, ma troppo autoironici per far piangere. Tra loro c’è chi produce sogni e chi sogna di produrre realtà, chi scrive lettere motivazionali e chi si accende una canna di Mazari Sharif, chi cerca casa senza trovarla e chi odia la sua terra, chi vorrebbe un amica e chi potrebbe ammazzare sua madre per poi dimenticarsene. Eppure, da qualche parte venderanno dei punti di riferimento, non miti, ma trottole danzanti.

martedì 21 ottobre 2008

Disguidi tecnici

Mentre tento in tutti i modi di incollarmi le palpebre illudendomi che Paperinik mi abbia inseganto qualcosa, ho un'illuminazione: il dispositivo di omologazione di massa, il privliegio della consuetudine, in poche parole la televisione. Decido di intrattenere i miei pochi neuroni non-bruciati in programmi considerati culturalmente stimolanti. Briatore, la Gregoraci, la Ventura, la Perego, Costantino e Daniele. Tema della puntata: "I figli possono in qualche modo compromettere l'intimità sessuale della coppia?" Non vorrei in qualche modo compromettere l'integrità della trasmissione, ma secondo voi un nano assassino che gira in camera nudo armato di cazzuolina e martelletto Lego emanando odori paragonabili alle solfatare di Pozzuoli, che urla come un forsennato e mette in bocca tutto quello che trova compreso quelle pasticchette blu poggiate con disinvoltura sulla mensolina del bagno, quanto tempo riesce magnanimamente a donare alla neo-coppia di sposini?
L'anima del piccolo perverso che si annida in lui inizierà a sbocciare come le violette di Parma e voi non vi sentirete affatto in grado di raccontargli la verità su chi in realtà fosse la lupa che allattò Romolo e Remo. Il vostro maritino stressato dal lavoro, dalla famiglia e dall'insoddisfazione naturale, che invade l'animo di tutti, cosa decide di fare una bella sera? Accende la tivvù. E cosa vede? Nessuna traccia della crisi economica. In compenso Costantino e Briatore chiacchierano allegramente della loro brillante carriera, della completezza della loro vita, bla bla e bla. La mortificazione del suo orgoglio maschile a questo punto è all'apice. Si rivede in pieno nel canone di vita appena descritto dalla Gregoraci. Ridotto al lastrico dalla nascita del suo pargolo e dalla trascuratezza dell'intesa sessuale di coppia e di conseguenza la trasandatezza della moglie stessa, esce di casa. Ad inebriare la sua vista di sana realtà ci penseranno fumi persuasivi e donnine cangianti. Lecita questione posta dalla moglie a se stessa: perché continuo a pagare il canone Rai?

Contributo visivo: frame del film "Videodrome" di David Cronenberg

domenica 19 ottobre 2008

Ecce homo

Sono arrivata fin qui. Non so come. Non so con chi. Di preciso non capisco dove mi trovo. Mi sento come un esploratore spagnolo che sbarca in un nuovo mondo. La spiaggia deserta. Naufragata con il mio equipaggio di esiliati. Pochi viveri a disposizione.
Promemoria: il sole sorge ad est e tramonta ad ovest. Non dimenticare che la bussola segna sempre il nord, così come la stella polare, il muschio sulle pietre e sugli alberi.
Ecco, ora sono pronta ad esplorare questa nuova terra.
Da buona discepola di Robinson Crusoe riuscirò a fondermi con questa Natura, a mescolarmi ai suoi elementi. Magari troverò una belva da addomesticare, e tornerò anch'io a casa con una buona storia da scrivere. E un pappagallo parlante in spalla.

martedì 14 ottobre 2008

Work in progress

Vi è una buona fetta di questo mondo convinta che tutto quanto quello che concerne la sfera vitale stessa degli individui sia davvero esigua se paragonata a quella appartenente agli uomini vissuti negli anni della contestazione dal '68 in poi. Gli emulatori dei Rolling Stones, dei suonatori di basso, degli abiti vintage, delle collezioni di francobolli. La leggenda vuole che mai più, da allora, siano esistiti forti ideali, valide motivazioni. Allucinazioni così reali da apparire di poco falsate rispetto alla realtà di gran lunga meno surreale. Quella condizione metafisica, quello stato di aggregazione delle particelle dello spirito che a seguito della sublimazione della materia, si elevano ad un livello di sensibilità superiore a cui fedifraghi e frigidi non appartengono. Commercianti di un passato ormai svenduto, esposto su bancarelle di noccioline tra caramelle allo zenzero e porchette affumicate. Spacciano per allucinogeno l'erba "voglio", e raccontano ai bambini che un tempo come quello della loro adolescenza non ritornerà più.

sabato 4 ottobre 2008

Il filo di Arianna

Sveglia all'aroma di cipolla soffritta. Apro gli occhi ancora non sapendo dove mi possa trovare. -Vuoi un cornetto?- Non credo proprio.Inizio a somatizzare l'ansia da prestazione, di quella che mi aspetta a pranzo. Ancora una volta a discutere del mio "da grande sarò.." -Vuoi la pasta oggi?- Non credo proprio. Perché non credere che tutto questo possa diventare soggetto per una qualsiasi azione? Perché lasciare tutto statico quando i personaggi sulla scena consentono movimenti? Riuscirei persino a pensare che gli albatri non esistano soltanto nelle poesie di Baudelaire, e che le maideleine non si possano mangiare con il thè soltanto di domenica mattina a Combray. Ho conosciuto la cicala, la formica, la volpe e l'uva, e tutte avevano smarrito la strada di casa, e tutte non la cercavano più.

Contributo visivo: frame del film "Rabbits" di David Lynch


venerdì 3 ottobre 2008

Round 111

E' andata. Anche oggi. L'incontro delle 14 non mi ha scosso più di quanto non lo abbia già fatto nei giorni precedenti. Michele parla e io mangio. Michele urla e io guardo attraverso il muro che ci divide. Michele è logicamente contraddittorio. Nessuno, come lui, è in grado di dire e farti sembrare sensato "..perciò quella facoltà è ancora aperta! Pochissimi s'iscrivono..; è normale che quella facoltà sia ancora aperta perché conta tantissimi iscritti e ingrandendo sempre più l'edificio non si riempirà mai..." Ovviamente riferendosi a due facoltà diverse e potrei proporre tantissimi altri esempi. Non amo idealizzare con un'unica sorgente l'unica fonte dei miei mali, ma diciamo che la portata d'acqua della sua fontana è la più abbondante. Non so cosa fare adesso. Credo che uscirò, anche se fuori sta diluviando. Passerò dal mio specialista pregandolo di fare in fretta. Sono in bilico. Questa volta rischio davvero di cadere. Non ho reti sotto di me. In realtà non mi sono mai piaciute. Forse dovrei partire, la valigia è già pronta da troppo tempo. Solo ora mi chiedo cosa sto aspettando. Cos'ho aspettato. Partire prima di sacrificare tutto ciò che resta del mio corpo a lui.

Contributo visivo: frame del film "Shining" di Stanley Kubrick


Anticipare il ritardo

Ho dovuto bestemmiare tre volte per poter iniziare a scrivere questa mattina. Torno da una notte di mutande rosa e tette scese. Devo rimanere sveglio almeno fino alle due del pomeriggio. L’unico mio desiderio è che non mi arrivi la chiamata per andare al lavoro. L’imprevedibilità dei contratti a chiamata è un bel dito nel culo. Lavorare per poter continuare questo bel circo equivale a due dita nel culo. Uscirò da lezione verso l’una e mezza, mangio qualcosa e vado a dormire. Mi sembra giusto, tanto la mia telefonata l’ho fatta. Loro fanno il contratto a chiamata, io li anticipo. Li avevo avvertiti che mi avrebbero dovuto far sapere almeno entro le nove di ieri sera. Puttana la miseria, dovrei avere una rendita. Poco importa, i soldi li rimedierò in un altro modo. Ho deciso: occhiali da sole in ultima fila e asocialità da mestruo intellettuale. Probabile che affascinerò anche qualcuno. Ero pieno di magia fino a un’ora fa. Ilaria mi raccontava di quei momenti in cui ti accorgi che i piccoli gesti che hai fatto nei confronti di una persona non sono passati inosservati.
La sveglia di Rudy .
La certezza che qualcuno abbia potuto osservare tacitamente i tuoi movimenti e lanciare piccoli segnali che hanno creato una reazione di incomprensibile attrazione a catena equivale a uscire dal mondo dell'autoreferenzialità.
Ho detto una frase troppo bella dopo questa confessione di Ilaria, di quelle frasi che possono reggere oltre quattrocento pagine di dissertazioni filosofiche, ma non la ricordo.
Rudy si toglie la benda da notte.
Pensa alla praticità delle cose e dai un po’ di acqua al tuo fegato che ne ha bisogno.
Rudy mi ha appena domandato che cosa sto facendo. Io gli ho risposto che sto scrivendo, lui mi fa -cosa scrivi?- e io -scrivo- e lui -una lettera?- e io –no- .
Ok, sono passate le due ore che dovevano passare ora cerchiamo di aprire la saracinesca senza fare troppo rumore altrimenti il compare Sam si desta dal suo sonno.
-Ma oggi lavori?- Rudy è tornato dal bagno e mi ha fatto questa domanda. Non gli ho dato una risposta perché ancora non lo so, intanto continuo a scrivere. 


mercoledì 1 ottobre 2008

Ostelli

Uccidere i germi del male che si annidano inconsapevoli nelle fiamme.
Imponderabili scelte ingombrano il mio letto. Offuscano i miei orizzonti e scindono la mia indole.
Ho sempre creduto di dover dare ascolto solo a me stessa. Ma non sono sola. Il mio corpo è diventato un ospizio per spiritelli in pensione, un ritrovo di sciocche credenze malmenate dal buon senso degli uomini, una forziere per oro fantasma, una nave per equipaggi di carta. Ristoro a tutti coloro che non avrei mai creduto di dover dare ascolto. In realtà non credevo nemmeno avrebbero potuto mai interessarmi. Uno scarico diventato vortice trascina con sé tutto quello che non riesco ad affrontare. E iniziare ogni nuova giornata con lo stesso sapore nel palato mi sta stancando.