domenica 15 giugno 2008

Osservatore partecipante osservato

Cosa fare se dopo aver seminato il raccolto esso andasse perso, non al primo germoglio, ma al culmine della sua maturazione. L'idea più saggia sarebbe quella di aspettare la stagione giusta per seminare un nuovo raccolto. Ridar vita alla terra, ma visto che è possibile interscambiare le unità semantiche della metafora in atto, ridar vita a se stessi. L'idea di aver perso è fonte di rigenerazione, ma è anche la sostanza da cui partono tutte le sconfitte. Vittoria vs sconfitta, vita vs morte, si gira in questo modo, anzi la prima dicotomia è già una rappresentazione della seconda. Quanti giri si è disposti a fare è una scelta percepita a posteriori da ogni essere umano. Scegliere, credere e veder morire quello in cui si credeva. Impossibile scegliere e credere o forse troppo stupido. La rinascita o la ripresa è rigettarsi nella vita, studiare i propri affanni, esserne posseduti o controllarli, ma in modo sempre parziale, perchè la concezione del tutto è la negazione stessa della concezione di eterna ripresa se non in un concetto astratto. Come astratto è anche questo pensiero e quelli che verrano dopo.
L'unica vita è il mondo e il mondo è l'unico luogo in cui vivere. Gli uomini che hanno vissuto e vivranno questo luogo potrebbero aver scritto o scrivere le stesse cose che sto scrivendo io, ma a vuoto come me cercano di lasciare tracce di memoria per insegnare a vivere quando invece dovrebbero sapere che il mistero della vita appartiene solo a chi non concepisce se stesso come diverso dal mondo. Gli esseri umani non godono di questo privilegio.

Nessun commento:

Posta un commento