Ieri notte il bicchiere d'acqua sul mio comodino ha assunto strane forme. Anche lui è caduto nell'intramontabile dissidio tra forma ed essenza. Dapprima ha arrotondato i suoi fianchi e smorzato gli aguzzi spigoli per diventare clessidra. Scandiva il mio tempo. Granello dopo granello, la sabbia andava a posarsi senza tregua sul fondo. M'innervosiva. Stavo per afferrarla quando mi sono accorta che era ghiacciata. Osservo più attentamente e vedo che il mio bicchiere era rimasto al solito posto:il suo contenuto era però diverso. Meglio: vuoto! Vuoto e freddo. Immaginate la mia sorpresa. Passi anche la clessidra, ma non il bicchiere vuoto. Soprattutto alle 4 di notte quando improvvisamente esplode la sete post-alcool. Decido di alzarmi e scendere in cucina. Ecco che i lillipuziani che dormono con me, afferranno i lembi delle lenzuola e mi trascinano per le scale. Dolce visione! Rivoli di vino percorrono il pavimento, avvenenti danzatrici contorte dal piacere pregustano l'effimero sapore della lussuria. Innocenti ancelle mi offrono da bere. E in quest'ebbra visione avverto un suono, un ritmo a cui non posso essere indifferente. Lentamente mi sposto lungo questa scia musicale: donne dal corpo scoperto e uomini dal volto coperto danzano incessantemente. Rapiti da se stessi. Libero sfogo alle proprie perversioni. Sento la gola graffiare. Avverto sotto la pelle quei segni che l'hanno lacerata. Bevo senza sapere perché. L'acqua mi riporta a letto, come su di un fiume. Sveglia. Tutto è immobile. Perché alzare il velo della parvenza?
Contributo visivo: frame del film "Waking Life" di Richard Linklater