Come in quei film in cui
il protagonista sa che qualcosa nella sua vita sta cambiando, riesce
a sentirlo, lo avvolge...e nel pieno della sua ebbrezza, a metà
film, muore. E poi lì, tutti gli amici, a compiangerlo, a dire
quanto era magnifico e a quanti ora mancherà.
La mia felicità mi
ricorda proprio la piena consapevolezza che le persone hanno della
loro vita e quell'attimo in cui tutto ci appare chiaro e distinto,
che precede la fine dei nostri giorni.
La mia felicità è
pienezza, e il Pieno mi fa paura. Mi fa credere che in fondo così
tutto va bene, è tutto parte di me, io mi sento parte del tutto...e
così sarà per sempre.
Anche il Per Sempre mi
spaventa. Mi spaventa l'eternità, il pensiero che niente cambierà.
Il credere che il tempo si sia fermato in una dimensione parallela e
che tutti i ricordi siano istantanee, ed io, da sola, cerco di farmi
spazio tra le immagini di un passato che ancora fatico a mettere da
parte, ad allontanarle completamente da me.
Mi fa paura il pensiero
che un giorno potrei non avere più ricordi e non distinguere più i
volti delle persone, mi spaventa il pensiero che un giorno potrei
dimenticare completamente il mio passato, la mia vita.
Mi spaventano gli schemi,
la catalogazione. Le forme fisse di pensiero che non cambiano mai:
tutti ne hanno, chi più...chi più. Quando davanti a me vedo solo
una massa di occhi ciechi ed orecchie sorde.
La felicità mi
spaventa...mi spaventa perché mi sento completa. E questo mi rende
immobile di fronte allo splendido ritratto del mondo. Mi asciuga la
bocca e mi fa battere il cuore. Ma di questa felicità, in fondo, ci
morirei...anche qualche volta in più.
Contributo visivo: "Explorer pointing the way", Brett Masters,1991
Contributo visivo: "Explorer pointing the way", Brett Masters,1991