Ci sarebbe bisogno di aneddoti da raccontare, sempre. In questo modo diventerebbe più facile eludere il momento e sfuggire all'identificazione. La memoria è un'arma potentissima. Con quest'arma puoi bloccare, destabilizzare, differire nel tempo la reazione dell'avversario, controllare. Memorizzare è potere. Gli archivi sono potere. Voler dimenticare può significare solo rinuncia o utopia. Non voler avere una memoria e una specificità, seppur apparente, vuol dire trovarsi sull'antro della pazzia o sulla porta dell'anarchia. Un'anarchia che ricorda solo se stessa e le proprie visioni. Le visioni sono potenzialmente delle realtà, diventano tali quando sono condivise. Bisognerebbe definire meglio l'anarchia. Forse l'anarchia è pazzia o forse così mi piace pensarla. Non sono in grado di creare condivisioni, esse hanno il sapore dell'autorità, anche quelle più innocenti. La pazzia è la coerenza verso la potenzialità. La realtà è una verità approssimativa, una situazione. Il segreto è fare, far vedere. In questo modo la potenza sarà visibile, diventerà reale, ma non bisogna legarsi alla potenza, perchè la potenza è fluida, è la presignificazione. La potenza non si possiede si custodisce, così come la pazzia. Versa questo unguento intorno a te e credi nella contaminazione.
Contributo visivo: "Television, the drug of the nation", adesivo situazionista da applicare sul telecomando