Se sei abituato a fumare sigarette, non passeresti mai al tabacco. O meglio: lo faresti, ma solo per necessità. Il motivo per cui si passa da uno stadio all'altro della malattia che compensa il vuoto dello spirito e il pieno del corpo è la necessità di consumare lentamente quello che, altrimenti, brucerebbe così velocemente. Un atto così sporco. Così violento. Una violenza fisica. Un piacere occulto. Prosciugare. Svuotare quella sigaretta che accendi tu, che mantiene la combustione per tua volontà. Non perché avvolta da cerchi di catrame. Riassorbire il proprio corpo, sorseggiandolo. Non esalando vapori acidi. Sono abituata ad avvicinarmi al fuoco per evaporare in fretta. E lui. Soffia. Alito di nitroglicerina per alimentare le fiamme. Per alimentare. Riscalda la mia pelle. Riscalda il mio respiro.
Abbaglia i miei occhi.
Contributo visivo: "Que me veux-tu?" di Claude Cahun, 1928
Contributo visivo: "Que me veux-tu?" di Claude Cahun, 1928